MOSTRE / EXHIBITIONS
C/O PALAZZO DELLA RACCHETTA
VIA VASPERGOLO 4 FERRARA, ITALY
INGRESSO €4
DAL 22 AL 26 MARZO 2017 - ORARIO CONTINUATO DALLE 11:00 ALLE 19:00
VIA VASPERGOLO 4 FERRARA, ITALY
INGRESSO €4
DAL 22 AL 26 MARZO 2017 - ORARIO CONTINUATO DALLE 11:00 ALLE 19:00
#SUPERHUMANS
A CURA DI SIMONE SCOPA
Alla Kermesse Ferrarese dedicata al Cinema non mancherà una mostra davvero speciale intitolata #SuperHumans dedicata agli eroi Marvel visti su grande schermo. La manifestazione, che sarà interamente accessibile ai sordi, vedrà una esposizione tra reali protesi acustiche contrapposte a quelle tecnologiche di Iron Man, impiegate nell'immaginario da Tony Stark (interpretato nel film da Robert Downey Jr.) dapprima per salvarsi la vita sino alla genesi del suo alterego Super Eroe.
"Scienza, tecnologia e medicina sono da sempre gli espedienti maggiormente impiegati fumettisticamente per definire la parte super-umana, ciò che definisce però la parte eroica é la capacità di superare i propri limiti, accettandoli e perseguendo il desiderio di voler fare del bene per gli altri poiché fondamentalmente dentro ognuno c'è il potenziale inespresso di un vero eroe ed il potere per fare la differenza e citando una delle più celebri frasi Marvel... da grandi poteri derivano grandi responsabilità"
Così presenta la mostra Simone Scopa, di origini ferraresi, grande collezionista e appassionato di cinema, impegnato attivamente nel mondo nel fandom italiano legato a Film e Serie TV.
La mostra seguirà le gesta epiche dei personaggi apparsi nell'universo cinematografico Marvel svelandoli attraverso una varietà di cimeli, costumi ed oggetti di scena replicati in ogni singolo dettaglio dalle varie tipologie di elmo hi-tech di Iron Man al celebre scudo in vibranio di Captain America sino al mitologico martello Mjöllnir di Thor.
Questo e molto altro ancora sarà presente nell'allestimento del Ferrara Film Festival che si terrà al Palazzo della Racchetta in centro a Ferrara.
"Scienza, tecnologia e medicina sono da sempre gli espedienti maggiormente impiegati fumettisticamente per definire la parte super-umana, ciò che definisce però la parte eroica é la capacità di superare i propri limiti, accettandoli e perseguendo il desiderio di voler fare del bene per gli altri poiché fondamentalmente dentro ognuno c'è il potenziale inespresso di un vero eroe ed il potere per fare la differenza e citando una delle più celebri frasi Marvel... da grandi poteri derivano grandi responsabilità"
Così presenta la mostra Simone Scopa, di origini ferraresi, grande collezionista e appassionato di cinema, impegnato attivamente nel mondo nel fandom italiano legato a Film e Serie TV.
La mostra seguirà le gesta epiche dei personaggi apparsi nell'universo cinematografico Marvel svelandoli attraverso una varietà di cimeli, costumi ed oggetti di scena replicati in ogni singolo dettaglio dalle varie tipologie di elmo hi-tech di Iron Man al celebre scudo in vibranio di Captain America sino al mitologico martello Mjöllnir di Thor.
Questo e molto altro ancora sarà presente nell'allestimento del Ferrara Film Festival che si terrà al Palazzo della Racchetta in centro a Ferrara.
NOTE A MARGINE. DI E SU MICHELANGELO ANTONIONI
A CURA DI ELISABETTA ANTONIONI
La mostra presenta alcune opere pittoriche inedite del giovane Antonioni, altre successive che testimoniano l'evoluzione artistica del regista/pittore. Saranno esposte alcune foto-buste, locandine e manifesti dei film di Michelangelo Antonioni. Arricchiranno la mostra alcune opere di artisti italiani e stranieri che con la loro arte hanno voluto rendere omaggio al Maestro.
LYDA BORELLI & IL PRIMO DIVISMO DEL CINEMA ITALIANO
A CURA DI GIOVANNI ALLIATA
Fondamentale tassello legato alla città di Ferrara è la partnership con Giovanni e Vittorio Alliata di Montereale e l’Archivio Vittorio Cini. Assieme ad altri nipoti di Lyda Borelli - la prima diva del cinema muto italiano, moglie di Vittorio Cini, ferrarese, grande imprenditore, mecenate e collezionista, trasferitosi a Venezia - arricchiranno infatti il festival con la proposta di documenti e film inediti, che restituiscono magia e orgoglio alle radici artistiche e culturali di Ferrara in campo cinematografico.
Antonio Gramsci, uno dei primi intellettuali italiani ad occuparsi del nuovo fenomeno del divismo cinematografico, scrisse di lei: "La Borelli è l'artista per eccellenza della film in cui la lingua è il corpo umano nella sua plasticità sempre rinnovantesi"
Il 1913 è l'anno del suo debutto cinematografico: diretta da Mario Caserini, interpreta Elsa Holbein in Ma l'amor mio non muore!, accanto a Mario Bonnard. Considerato come il primo "diva film" del cinema italiano, Ma l'amor mio non muore! ebbe un grandissimo successo e Lyda Borelli diventò subito una diva amata e ammirata dal pubblico. Nacquero neologismi come "borellismo" e "borelleggiare" per descrivere il fenomeno di imitazione che aveva scatenato nel pubblico femminile. La sua fama era eguagliata solo da Francesca Bertini, l'altra diva del cinema muto italiano.
La carriera cinematografica di Lyda Borelli fu intensa ma molto breve: dal 1913 al 1918 interpretò in totale tredici film. Dopo il successo di Ma l'amor mio non muore! interpretò una donna aviatrice (il cui nome è Lyda) in La memoria dell'altro (diretto da Alberto Degli Abbati nel 1913), ancora una volta accanto a Mario Bonnard. I film successivi, diretti da Carmine Gallone, sono quasi tutti soggetti che l'attrice aveva già interpretato con successo a teatro: La donna nuda (1914, tratto dal dramma di Henri Bataille), Fior di male (1915), La marcia nuziale (1915), La Falena (1916), Malombra (1917), La storia dei tredici (1917). Borelli fu diretta anche dal celebre Enrico Guazzoni in Madame Tallien (1916), unico film in costume della sua carriera.
Antonio Gramsci, uno dei primi intellettuali italiani ad occuparsi del nuovo fenomeno del divismo cinematografico, scrisse di lei: "La Borelli è l'artista per eccellenza della film in cui la lingua è il corpo umano nella sua plasticità sempre rinnovantesi"
Il 1913 è l'anno del suo debutto cinematografico: diretta da Mario Caserini, interpreta Elsa Holbein in Ma l'amor mio non muore!, accanto a Mario Bonnard. Considerato come il primo "diva film" del cinema italiano, Ma l'amor mio non muore! ebbe un grandissimo successo e Lyda Borelli diventò subito una diva amata e ammirata dal pubblico. Nacquero neologismi come "borellismo" e "borelleggiare" per descrivere il fenomeno di imitazione che aveva scatenato nel pubblico femminile. La sua fama era eguagliata solo da Francesca Bertini, l'altra diva del cinema muto italiano.
La carriera cinematografica di Lyda Borelli fu intensa ma molto breve: dal 1913 al 1918 interpretò in totale tredici film. Dopo il successo di Ma l'amor mio non muore! interpretò una donna aviatrice (il cui nome è Lyda) in La memoria dell'altro (diretto da Alberto Degli Abbati nel 1913), ancora una volta accanto a Mario Bonnard. I film successivi, diretti da Carmine Gallone, sono quasi tutti soggetti che l'attrice aveva già interpretato con successo a teatro: La donna nuda (1914, tratto dal dramma di Henri Bataille), Fior di male (1915), La marcia nuziale (1915), La Falena (1916), Malombra (1917), La storia dei tredici (1917). Borelli fu diretta anche dal celebre Enrico Guazzoni in Madame Tallien (1916), unico film in costume della sua carriera.